1971/Joe Frazier batte Cassius Clay: a New York la sfida che ha fatto storia

Una storia al giorno
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La notte dell’8 marzo 1971 è la notte nella quale la farfalla si è bruciata le ali. Cassius Clay, Muhammad Ali, non ha avuto foto, ma radiografie dopo il match con Joe Frazier dal quale è uscito sconfitto dovendo lasciare la corona al rivale e il Madison Square Garden in ambulanza. Aveva recitato da cattivo, Cassius Clay, si era lasciato andare facendo distribuire una dichiarazione ciclostilata: «Frazier jalls in 6», ovvero distruggerò Frazier al sesto round.

Joe Frazier, l’ex macellaio di Filadelfia, ha avuto la meglio sul superbo purosangue Clay, lo ha annientato, lo ha fatto crollare al tappeto nella quindicesima e ultima ripresa, colpito da un sinistro di Frazier. Un gancio sinistro che si è schiantato sulla mascella, il crollo all’indietro, la nuca che picchia sul quadrato con un cupo rimbombo. Clay però era già in piedi dopo cinque secondi, un miracolo davvero. Sconfitto alla fine ai punti. Così, un attimo dopo la sconfitta, era già a pensare alla rivincita per la sfida del secolo per riprendersi la corona dei pesi massimi.

Notte di grande boxe quella a New York tra due pugili di immenso valore, sul ring ma anche con la dialettica. «Lo sai che sei davanti a Dio?». «Se tu sei Dio, stanotte sei nel posto sbagliato». Ecco le parole che i due protagonisti si sono scambiati, ecco cosa si sono detti Muhammad Ali e Joe Frazier prima del match, di un match che è stato definito l’incontro del secolo e visto da 300 milioni di telespettatori, assai di più di quante avevano assistito, due anni prima, allo sbarco dell’uomo sulla Luna.

La vigilia era stata agitata, da thrilling. Joe Frazier ha ricevuto prima una telefonata e poi una lettera anonima: «Lose or else…», cerca di perdere, altrimenti… Una minaccia che è stata giudicata autentica, così otto gorilla hanno vegliato sulla giornata di Frazier, che è rimasto sempre nascosto nel suo domicilio segreto, eccetto per il cerimoniale del peso.

Prima della grande sfida, il campione del mondo dei massimi era Joe Frazier: a Cassius Clay, per il suo rifiuto di prestare servizio militare durante la guerra in Vietnam, era stata revocata la corona e la licenza sportiva anche se lui continuò ad essere considerato l’indiscusso campione del mondo, corona che si riprese sul ring nel 1974. Cassius Clay era diventato per questo il simbolo della rivolta mentre Frazier era stato esonerato dal servizio militare perché aveva moglie e figli.

Sfida memorabile, 1524 colpi portati dai due pugili nelle 15 riprese, e tutti con l’intenzione di mandare ko l’avversario. I primi due round hanno visto Cassius Clay veloce e preciso mentre Frazier era pronto a mandare a segno il suo gancio sinistro, il marchio di fabbrica che doveva - e ha - avere un ruolo decisivo. Dopo dieci riprese il match era in equilibrio mentre nell’undicesima Frazier è diventato devastante e poi, sempre con il gancio sinistro, il campione ha messo in difficoltà la farfalla prima dell’epilogo finale con un verdetto non certo in discussione.

Carlo Santi

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