1968/Jim Clark muore a Hockenheim durante il Gran Premio di Formula 2

Una storia al giorno
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Era il numero uno. Jim Clark, lo scozzese volante, è stroncato il corsa sul circuito di Hocknheim, in Germania, il 7 aprile 1968. La Lotus del grande pilota dopo aver sbandato per cinquecento metri, è uscita di strada schiantandosi contro un albero. Il pilota è deceduto quasi subito: l’incidente sarebbe stato provocato da un guasto meccanico. Clark, due volte campione del mondo era in pista per conquistare il trofeo dell’Automobil Club di Germania (A.V.D.): la sua macchina, una Formula 2 con motore Ford Cosworth di 1600cc, è uscita di strada dopo aver cominciato improvvisamente a sbandare alla velocità di circa duecento chilometri orari.

Il circuito di Hockenheim è lunga quasi sei chilometri e seicento metri e si snoda quasi per intero ai margini di un fitto bosco. La Lotus di Clark ha sbandato e dopo un furioso zig-zag di quasi mezzo chilometro è andata a schiantarsi tra gli alberi dopo aver superato con un autentico balzo la strada. In quel momento la vettura dello scozzese volante non era preceduta o seguita da altre macchine. Causa dell’incidente, tra le ipotesi, il distacco delle sospensioni o la rottura del ponte.

Il pilota, inerme a terra a fianco delle lamiere contorte della sua vettura, è stato trasportato con un elicottero all’istituto patologico della clinica universitaria di Heidelberg, dove i medici hanno tentato di rianimarlo, ma il pilota era già clinicamente morto. Era l’una del pomeriggio quando il dottor Schmidt ha annunciato il decesso di Jim Clark.

Mentre Clark moriva, sulla pista di Hockenheim la corsa proseguiva e prendeva il via la seconda manche, che è regolarmente terminata mentre c’era chi protestava e lo speaker annunciava che durante la prima manche c’era stato l’incidente che aveva visto la morte del due volte campione del mondo.

Jim Clark aveva trentadue anni essendo nato il 4 marzo del 1936 a Kinkcakdy, in Scozia, e ha cominciato a gareggiare in auto all’età di vent’anni un po’ di nascosto perché i genitori erano contrari. Il padre era un proprietario terriero di Duns e avrebbe voluto che il figlio diventasse un allevatore. Nel 1959 è stato notato dal progettista inglese Colin Champman che lo ha ingaggiato per la sua scuderia, la Lotus. Da quel momento è cominciata l’ascesa del grande pilota, diventato presto il più grande di tutti, due volte campione del mondo, nel 1963 e nel 1965. Clark nella sua carriera ha vinto 25 gran premi di Formula 1 contro - allora - i 24 di Fangio, i 16 di Moss, i 13 di Ascari e Brabham, i 10 di Graham Hill. Poco prima dell’incidente mortale dell’aprile 1968, Fangio non ha esitato a dire che «Clark come pilota mi è superiore». Nella carriera, Clark ha vinto complessivamente 88 gare su macchine monoposto.

Dopo ogni corsa, Jim amava festeggiare con un bicchiere di whisky. Simpatico ai suoi avversari, era adorato dal pubblico ma anche dagli esperti: lui era il più bravo ma anche grande per la modestia che lo caratterizzava. In corsa possedeva la spericolatezza di Nuvolari e, insieme, il grande controllo di Fangio. Tra i suoi successi, da ricordare la vittoria nella grande «500 Miglia di Indianapolis» nel 1965 che ha visto, dopo 45 anni, rompere l’egemonia dei piloti americani guidando una Lotus-Ford.

Carlo Santi

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