2004/Roberto Baggio segna il gol numero 200 in serie A con la maglia del Brescia

Una storia al giorno
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Roberto Baggio, il Divin Codino, quando era ormai prossimo al ritiro, che aveva annunciato nel dicembre 2003, il 14 marzo 2004 ha segnato la sua 200esima rete in serie A. Con la maglia del Brescia, indossata per un quadriennio, al Tardini di Parma (2-2 il risultato della partita) con la sua prodezza è diventato il quinto giocatore a raggiungere quella cifra dopo Piola (274), Nordahl (225), Meazza 216)  e Altafini (216). Nella stessa stagione, Baggio il 9 maggio, penultima giornata del campionato, ha realizzato il suo 205esimo e ultimo gol in A nella vittoria casalinga per 2-1 contro la Lazio.

Magia del numero 10, il numero dei divini, quello di Roberto Baggio spesso chiamato Baggino per distinguerlo dal gigante Dino, che era detto Baggione. Di lui, grande calciatore che ha avuto quale preparatore per recuperare da un brutto infortunio a una gamba (necessari 220 punti di sutura nell’operazione) quando era stato acquistato dalla Fiorentina (l’infortunio due giorni prima della firma del contratto) il professor Carlo Vittori, l’uomo che ha guidato Pietro Mennea, affidatogli dal presidente viola Cesare Baretti.

Esordio in serie A il 21 settembre 1986 in Fiorentina-Sampdoria e poi un nuovo infortunio al ginocchio, altra operazione e altro stop prima del ritorno in campo a maggio 1987 contro il Napoli di Maradona con il suo primo gol in serie A.

Nell’estate del ’94, al Mondiale americano con l’Italia di Arrigo Sacchi, Baggio ha calciato l’ultimo rigore della finale mondiale, un Brasile-Italia, mandalo alto. Ma era stato lui l’autore del miracoloso pareggio con la Nigeria all’88’ e poi con il rigore vincente nel supplementare e poi, ancora al minuto 88, contro la Spagna e capace di mettere a segno una doppietta alla Bulgaria che ha permesso agli azzurri di imbarcarsi per Los Angeles e non sull’aereo per tornare a casa.

Un traguardo, questo del gol numero 200, raggiunto a 37 anni - Roberto Baggio è nato a Caldogno, provincia di Vicenza, il 18 febbraio 1967, ma a giocare a calcio si divertiva ancora tanto. C’era chi lo spingeva a continuare, ma Baggio, pur tentato, ha deciso di chiudere la carriera. Non dimenticava l’età, Baggio, e neppure i sei interventi chirurgici alle gambe che si facevano sentire. A Parma, Cesare Prandelli, l’allenatore dei padroni di casa, ha reso omaggio al campione. «Mi ha fatto piacere il gol - ha affermato Prandelli - al di là del risultato». I suoi, forse, sono stati troppo buoni con Robi. E lui, di rimando: «Ma, che volete? Questi ragazzi erano suoi tifosi, e trovarselo davanti…».

Dopo la Fiorentina, non senza disordini per la sua cessione a fine campionato 1990, Baggio è andato alla Juventus dove è rimasto fino al 1995 per accasarsi poi con il Milano, quindi al Bologna, all’Inter e, ultimo club, il Brescia. In Nazionale ha conquistato il terzo posto nel Mondiale di Italia 1990 e il secondo nel successivo negli Stati Uniti. Due gli scudetti vinti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Pallone d’Oro nel 1993 quando giocava con la Juventus.

Carlo Santi

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