1999/Stefania Belmondo mondiale: a Ramsau irresistibile sulla neve nella 15 km tl

Una storia al giorno
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Un volo straordinario nella 15 chilometri a tecnica libera al Mondiale a Ramsau, in Austria, per Stefania Belmondo il 19 febbraio 1999. Da quasi un anno la fondista piemontese di Vinadio, provincia di Cuneo dove è nata il 13 gennaio 1969, non riusciva a vincere. L’ultima volta, il 7 marzo del 1998, aveva colto il suo successo numero 17 e quel numero sembrava fosse per lei un sortilegio. Stefania, testarda e caparbia, ha continuato ad allenarsi con determinazione seguendo le direttive del suo allenatore, il maestro di sport Alberto Berto.

Nonostante questa grande fatica, l’appuntamento con la vittoria era sempre rinviato. In Austria, al Mondiale del 1999, l’azzurra temeva soprattutto il vento. Il giorno del Mondiale quando ha preso il via alle 13.21 nevicava e c’era un vento impetuoso che avrebbe addirittura potuto spazzarla via. Arrabbiata, Stefania, pettorale numero 43, ha trovato in quella situazione così avversa la forza per reagire, per essere più forte di tutto. È schizzata via dal cancelletto con una forza incredibile: dopo 700 metri era la migliore, lei che di solito era un po’ lenta a trovare il giusto ritmo. Era brillante ma era, soprattutto, in corsa per conquistare il quarto oro della sua carriera dopo quello olimpico di Albertville 1992 e i due iridati di Falun 1993.

Le avversarie partite prima di lei erano inghiottite, compresa la russa Danilova, che era candidata alla vittoria e aveva lasciato il cancelletto un minuto prima della Belmondo. Informata dei tempi di passaggio, Stefania ha potuto gestire al meglio la sua gara, accelerando in salita e prendendo un po’ di fiato nella discesa. Dopo 13 chilometri il suo vantaggio era di 40 secondi. «Mi sono sentita tranquilla - ha ammesso la campionessa azzurra - stanca ma tranquilla perché era sicura che mai avrei potuto perdere tutto quel tempo». Alla fine le rivali sono state non solo battute ma travolte: l’estone Kristina Smigun è rimasta a 30”4, la sorprendente austriaca Maria Theuri a 54”5 e distacchi maggiori ha inflitto alla norvegese Nilsen e al quartetto delle russe Restzova, Danilova, Gavriljuk e Lazutina. Le russe per la prima volta in dieci anni non hanno avuto un’atleta sul podio.

Una gara dura, con la neve che cadeva, il vento che infastidiva e creava problemi ad andare avanti. Una gara che ha avuto a che fare con quel 17 che era un sortilegio per Stefania. Quella di Ramsau è stata la medaglia numero 17 in sei Mondiali e quattro Olimpiadi: adesso quel numero non metteva più timore alla Belmondo.

Una carriera stupenda la sua, dieci medaglie olimpiche (due d’oro, tre d’argento e cinque di bronzo) da Albertville 1992 a Salt Lake City 2002 passando per Lillehammer 1994 e Nagano 1998, che ne fanno la seconda la seconda atleta donna italiana più medagliata nella storia Olimpica dell’Italia, dopo Arianna Fontana. Tredici, invece, sono le medaglie che ha conquistato ai Mondiali. Stefy è davvero una delle grandi protagoniste del fondo sulla neve di tutti i tempi.

Carlo Santi

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