Cosa succede in Qatar quando il presidente non è Infantino

Una storia al giorno
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Riprendiamo dalla rassegna stampa proposta da Slalom (questo il contatto per l'abbonamento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) sulla vicenda del beach volley e dell'uso (vietato) del bikini.

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Karla Borger e Julia Sude avevano deciso di non giocare. Avevano scoperto che per la tappa del Beach Volleyball World Tour prevista in marzo a Qatar, le autorità locali avevano vietato l’uso del bikini. Che è come togliere le borracce dalle bici dei ciclisti. «Noi vogliamo fare il nostro lavoro ma non ci è permesso di indossare i nostri abiti da lavoro – ha spiegato Karla Borger, pallavolista da argento mondiale, alla radio tedesca Deutschlandfunk – questo è l'unico Paese in cui un governo ci dice come fare il nostro lavoro. E questo non va bene».

È la prima volta che il Qatar ospita un torneo femminile della federazione internazionale pallavolo. Due anni fa - ha raccontato la Frankfurter Allgemeine Zeitung - ebbe i World Beach Games maschili, i partecipanti furono invitati a mettere magliette e pantaloni lunghi anziché costumi da bagno, “in segno di rispetto per la cultura e le tradizioni del paese ospitante”. Ora, voi donne, se volete giocare: canotte e pantaloni. 

La federazione internazionale della pallavolo s’è fatta sentire, dicendo più o meno: - Noi veniamo in Qatar se non ci sono restrizioni, e chiedendo con una nota che il beach volley femminile fosse preso in considerazione per il gioco che è, non per l’abbigliamento. Dichiarazione finale: le giocatrici sono libere di indossare l’abbigliamento standard durante il torneo di Doha, se lo desiderano. Fine. Questa è la posizione. Chi ci sta, ci sta. 

Il Qatar c’è stato. La federazione locale ha aggiunto un nuovo passaggio nel regolamento confermando che - ehm - non esistono più restrizioni. Borger e Sude hanno vinto e giocano. 

Ora pensate se il presidente della federazione pallavolo fosse Infantino, il capo del calcio mondiale.

Si sarebbe voltato dall’altra parte. Come durante la premiazione al Mondiale per club, quando guardalinee e quarto arbitro, due donne, non hanno potuto stringere la mano allo sceicco né incrociarne lo sguardo. Con Infantino che nel video pare scusarsi con loro per questa usanza a cui sottomersi, o quanto meno indifferente alla scena avvenuta a pochi metri. Gli dava le spalle. 

Meno male che durante la sua ultima visita in Italia, il presidente della FIFA ha sollecitato a far di più per il calcio femminile. Hanno effettivamente fatto di più le ragazze di Milena Bertolini. Hanno segnato 12 gol a Israele e si sono qualificate per gli Europei del 2022. La Gazzetta dello sport sottolinea stamattina la crescita del 95% delle tesserate in Italia tra le ragazzine sotto i 15 anni.