Codice rosso nello sport: firmato protocollo antiviolenza

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"Il codice rosso entra a pieno titolo nel mondo dello sporto".  Sono le parole del procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella, coordinatore del dipartimento che tutela le fasce deboli e vulnerabili, dopo la firma del  protocollo d'intesa tra la Procura, il Coni e la Procura generale dello Sport per tutelare le vittime di violenza. Un patto per contrastare i reati di violenza fisica e psicologica contro la persona che coinvolgano tesserati.  Un tema attuale, viste le testimonianze, le denunce, a partire dal caso delle ginnaste di Desio. Il documento è stato firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal procuratore generale dello Sport Ugo Taucer. 

Le due Procure si impegnano per un immediato scambio di informazioni per garantire tempi celeri nell'adempimento dei rispettivi procedimenti giudiziari Come recita l'articolo 2, si garantisce "la tempestiva conoscenza da parte della Procura generale dello Sport di procedimenti penali a carico di tesserati o affiliati al Coni che abbiano ad oggetto reati di violenza contro la persona". Inoltre l'articolo 3 stabilisce che "il pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano può chiedere alla Procura generale dello Sport informazioni sul soggetto indagato quale tesserato e/o affiliato del Coni in ordine ad ogni informazione utile ai fini del procedimento penale".

"La Procura generale del Coni è un organismo terzo. È chiaro che la giustizia sportiva deve essere veloce, nel nostro caso è un pre-requisito. E per esserlo è indispensabile conoscere le cose subito. È fondamentale essere messi nella condizione di sapere, nel massimo rispetto della privacy, se all'interno del nostro mondo di circa 14 milioni di tesserati ci sono soggetti sottoposti a indagini della giustizia ordinaria - ha dichiarato il presidente del Coni Malagò - Con questo protocollo, siamo diventati due facce della stessa medaglia a tutela del rispetto delle regole e della credibilità del nostro mondo. Il Coni rappresenta lo Stato: siamo un ente pubblico e questo legame con la Procura e chi rappresenta il Paese è un elemento aggiunto".