Gli 80 anni del mito Dino Zoff

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Dino Zoff è un mito del calcio, un autentico numero 1, uno dei migliori portieri del mondo se non il migliore. Oggi Zoff compie 80 anni essendo nato a Mariano del Friuli in provincia di Gorizia il 28 febbraio 1942. Una carriera straordinaria la sua, dall’Udinese con il debutto in serie A il 24 settembre 1961 al Mantova, quindi al Napoli e poi alla Juventus e in Nazionale dove ha giocato dal 20 aprile 1968 fino al 29 maggio 1983, l’anno successivo al trionfo mondiale a Madrid. Dopo il ritiro dal calcio giocato, Zoff è diventato il preparatore dei portieri della Juventus e poi ha allenato la Nazionale olimpica prima di guidare, dalla panchina, proprio la Juventus per due anni conquistando la Coppa Uefa e la Coppa Italia nel 1990. Dal 1998 al 2000 ha allenato la Nazionale italiana conquistando il secondo posto agli Europei del 2000 dimettendosi per le critiche ricevute sul suo operato come cittì da Silvio Berlusconi. In seguito ha allenato la Lazio per un anno diventando poi dirigente e presidente del club prima di allenare, nel campionato 2004-2005, la Fiorentina.

Tre sono i momenti speciali della sua carriera e li ha ricordati: la partita a scopone con il presidente della Repubblica, Pertini; il bacio a Enzo Bearzot e la parata decisiva contro il Brasile nel 1982. «Sono momenti straordinari e importantissimi - ha detto Dino - Pertini ci mise a proprio agio con la partita a carte; il bacio a Bearzot (friulano come lui, ndr) è stato qualcosa di fuori dal comune, lontano dal nostro modo di essere, dal pudore friulano; la parata, invece, ci ha portato lontano».

Mai sopra le righe, attento e riflessivo, Dino Zoff è un innamorato dello sport e del calcio che segue con grande passione. L’uomo dei record, due volte campione d’Europa con l’Italia - 1968 e 1980 - poi del mondo nel 1982 a quarant’anni e capitano della squadra. In azzurro, dove vanta 112 presenze (in campionato invece le partite sono 570) detiene il record mondiale d’imbattibilità per squadre nazionali: 1142 minuti consecutivi. Quattro i Mondiali disputati, Messico 1970 con il secondo posto, Germania Ovest 1974, Argentina 1978 e Spagna 1982, da giocatore sei gli scudetti conquistati con la Juventus, due le Coppe Italia, una Coppa Uefa.

Dopo gli anni al Mantova, Zoff è passato al Napoli anche se doveva essere il Milan la sua destinazione. Cinque stagioni con gli azzurri dove Dino si è fatto conoscere dimostrando di essere l’erede di Ricky Albertosi prima di conquistare la maglia da titolare della Nazionale. Dopo Napoli, a trent’anni, Zoff è approdato alla corte della Juventus dove c’erano Bettega e Causio, Capello e poi Cabrini, Tardelli, Platini, Boniek e Scirea. Con i bianconeri fino alla stagione 1982-1983 Dino Zoff non ha saltato una partita di campionato giocando ininterrottamente 332 gare.

Segue il calcio, non ama troppo il Var che spezzetta il gioco («andrebbe bene solo per i casi forti, a chiamata senza esagerare», dice), adora il rugby, si intende di Formula 1, la sua passione. Quando parla del «suo» calcio, Zoff racconta episodi speciali, di un calcio che non c’è più, tanto diverso anche per i comportamenti dei giocatori.

Carlo Santi

(da LA RUBRICA / Una storia al giorno su questo sito)