1946/Adolfo Consolini a Milano firma due record del mondo nel lancio del disco

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A meno di un anno dalla fine della guerra, il 14 aprile 1946 in una Milano ancora segnata dai lutti e dalle macerie, Adolfo Consolini è tornato al campo Giuriati dove, in pieno conflitto, il 26 ottobre 1941, aveva portato il record del mondo del lancio del disco a 53,34. Consolini quel giorno di aprile del 1946 si è esibito in una gara straordinaria: alle 15.20 ha sparato l’attrezzo a 53,69 e dieci minuti dopo a 54,23. Come dire, due record del mondo nello spazio di seicento secondi, con il tentativo più corto nei sei lanci a disposizione a 51,14 per il campione dell’Oberdan Pro Patria. Adolfo quel giorno ha superato di ben 89 centimetri il prestigioso limite che aveva raggiunto nel 1941.

Gianni Brera sulle colonne della Gazzetta dello Sport quel giorno ha scritto che il campione veronese ha mantenuto fede alla sua classe, ha trovato nel suo buon sangue di atleta la spinta per superare con prestazioni sempre più convincenti un primato che i tecnici meglio provveduti ritenevano di per sè colossale ed imbattibile. «Ma nelle entusiasmanti parabole del disco di Consolini - ha aggiunto Brera - noi vediamo assai più dell’arido significato numerico: noi vediamo nel suo slancio indomito, nella sua tenacia pazienza, nella sua serietà encomiabile la prorompente vitalità sportiva d’un popolo che gli eventi contrati e disgraziati hanno voluto misero e invilito, ma sempre ritrova in se stesso la forza di sopravvivere e di progredire. Noi vediamo nell’affermazione superlativa di Adolfo Consolini uno dei più validi elementi della nostra rinascita civile, così come nell’atleta campione del mondo vediamo, in questi tempi per noi così difficili, uno dei più efficaci assertori dello scosso prestigio italiano».

Era, quel record, un’anteprima del successo ai campionati Europei di Oslo e poi, nel 1948, della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra.

Nella descrizione della gara dal Giuriati, Brera ha scritto anche che Consolini «ha dimostrato una tale perfezione di forme atletiche ad offuscare in noi il ricordo delle sue più squisite opere d’arte classiche. Egli si è ripresentato al pubblico degli appassionati (e quanto numerosi, quanto entusiasti!) in condizioni fisiche stupende. Ha dimostrato scatto, potenza e plasticità veramente unici».

A proposito del record di 53,23, va ricordato che solo la scrupolosità del giudice arbitro Ballerini ha tolto un centimetro alla prestazione di Consolini che era, in realtà, 53,24.

Consolini è stato un campione straordinario, il campione italiano del ventesimo secolo, la cui avventura atletica è cominciata quasi per caso seguito con competenza da Carlo Bovi. Nato a Costermano, provincia di Verona, il 5 gennaio 1917, Adolfo è morto a Milano il 20 dicembre 1969. In carriera ha vestito 50 volte la maglia della Nazionale, vinto quindici titoli assoluti, partecipato a quattro Olimpiadi, dal Londra 1948 a Roma 1960 vincendo due medaglie, l’oro nel 1948 e l’argento nel 1952 oltre a tre vittorie consecutive ai campionati Europei: 1946, 1950 e 1954.

Carlo Santi

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