1992/Arthur Ashe e l’annuncio che sconvolse il mondo: «Ho l’Aids»

Una storia al giorno
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La vita di Ashe ha subito una svolta tragica nel 1988. In quell’anno il grade tennista americano, il primo e unico di colore a vincere a Wimbledon, ha scoperto di aver contratto il virus Hiv durante una trasfusione di sangue in seguito ad una delle due operazioni al cuore. La notizia, mantenuta segreta da lui e sua moglie, è stata svelata l’8 aprile 1992: il giornale «USA Today» ha pubblicato la notizia rivelando il grave stato di salute di Ashe.

«Vi prego di non considerarmi una vittima - ha detto ormai malato Ashe - Io sono un messaggero». Così il campione americano nato a Richmond, in Virginia, il 10 luglio 1943 e scomparso a New York il 6 febbraio 1993, ha annunciato di essere affetto da Aids quel giorno di aprile del 1992 e ha fatto capire, se ancora ve ne fosse stato bisogno, che la peste del ventunesimo secolo può colpire tutti, e non solo tossicodipendenti o omosessuali.

Arthur è nato in Virginia in anni in cui vigevano ancora le leggi razziali e lui, bimbo nero e senza avere neppure un fisico imponente - era basso e poco coordinato - non poteva giocare con i bianchi. Orfano di mamma a sette anni, padre poliziotto, il piccolo Ashe era troppo esile per il football ma abile con la racchetta. Un medico benefattore, il dottor Walter Johnson, nella sua scuola dedita ai giovani di colore, lo ha accolto. Iscritto al liceo a St. Louis e poi alla Ucla, l’università di Los Angeles, si è imposto come uno dei migliori tennisti americani.

Selezionato nel 1963 per la squadra Usa di Coppa Davis, primo giocatore di colore - e di quella squadra a fine carriera è stato per cinque anni il capitano - ha vinto nel 1968 a Forest Hills il suo primo major proprio nell’anno della rivoluzione open prima del grande successo. In quella stagione, Arthur è stato escluso dal governo sudafricano dall’Open di Johannesburg perché nero e lui ha denunciato l’apartheid portando avanti un’autentica battaglia chiedendo - e ottenendo nel 1972 - la sospensione della Federazione del Sud Africa per un anno dalla Coppa Davis. Nel 1975, sull’erba di Wimbledon contro il favorito del torneo, Jimmy Connors, ha vinto il torneo.

Quattro anni dopo, Ashe è stato colpito da un primo infarto e si è ritirato l’anno successivo cominciando a scrivere per il «Time», commentando il tennis in televisione e ha fondato la «National Junior Tennis League». Vittima di un secondo infarto nel 1983, Ashe nel 1988, a 45 anni, durante un’operazione al cuore con una trasfusione di sangue contrae l’Aids. Non ha fatto trapelare nulla sulle sue condizioni fino all’8 aprile 1992 quando ha confermato la malattia al giornale «Usa Today». Due mesi prima di morire, ha fondato la «Arthur Ashe Institute for Urban Health» per aiutare le persone senza un’assicurazione medica sufficiente per la propria salute. Ha raccontato la sua vicenda in un libro autobiografico, «Giorni di grazia», che ha scritto con il giornalista Arnold Rampersad terminandolo una settimana prima della morte.

Carlo Santi

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