1896/Esce il primo numero della Gazzetta dello Sport

Una storia al giorno
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Il 3 aprile del 1896 è partita l’avventura della Gazzetta dello Sport, a tre giorni dal via della prima Olimpiade moderna, dalla fusione dei periodici «Il Ciclista» di Milano e «La Tripletta» di Torino. L’editore è Edoardo Sonzogno, le persone che lavorano nella redazione di via Pasquirolo sono cinque, direttori Costamagna e Rivera, il giornale costa 5 centesimi ed esce due volte alla settimana. In prima pagina si trovano solo notizie di ciclismo, sport all’epoca più amato in Italia. Il primo numero vende ventimila copie. Di colore verde, la Gazzetta diventa bianca, gialla e di nuovo verde e infine rosa nel 1899.

Candido Cannavò, storico direttore della Gazzetta, ha ricordato che far nascere un giornale di sport alla fine dell’Ottocento non era una stravaganza. «Assolutamente no - ha affermato Cannavò - ma un’intuizione di quello che sarebbe stato il futuro, un mettere lavoro e idee nel grande fenomeno di costume che si sarebbe sviluppato nella vita nazionale, europea, mondiale: lo sport. Quando nacque la Gazzetta, qualcosa esisteva già in Italia, ma erano tentativi isolati e limitati ad alcune discipline. La Gazzetta si pose al centro di quel fervore, diede coraggio a tutti e, prima di essere un giornale, fu un motore di sport: cominciò ad organizzarlo, poi a promuoverlo e raccontarlo nelle sue pagine».

Quando è nato il Coni, nel 1914, la Gazzetta dello Sport è diventata il suo punto di riferimento, quasi un portavoce. Oggi non è più così, ma in quel periodo pionieristico ci stava tutto.

L’organizzazione dello sport è diventata, nei primi anni in casa Gazzetta, riservata alle manifestazioni giovanili mentre il ciclismo, primo amore, è rimasto come un irrinunciabile bene di famiglia. Il Giro d’Italia, fiore all’occhiello della Gazzetta, è stato organizzato per la prima volta dal giornale sportivo nel 1909 - partenza il 13 maggio - ma l’intenzione di mettere in piedi questa gara è stata annunciata il 24 agosto del 1908. Merito di tutto questo, se così vogliamo dire, è anche il valore della nostra moneta, la lira, apprezzata sul mercato tanto da fare aggio sull’oro nelle transazioni di Borsa, ed essere più ricercata della sterlina mentre il Paese mostra al mondo il suo valore e la sua crescita e trasformazione verso la civiltà industriale. Basti ricordare la nazionalizzazione delle Ferrovie, il Trofeo del Sempione inaugurato nel 1906, il Nobel assegnato a Giosuè Carducci per la letteratura, a Camillo Giorgi per la medicina, a Guglielmo Marconi per la fisica.

Alla fine dell’Ottocento, negli anni nella nascita della Gazzetta, gli sport che vanno per la maggiore in Italia sono il ciclismo, il tiro a segno, il canottaggio, la scherma, la ginnastica, si affaccia il podismo, arriva il pugilato. Nato il giornale sportivo, nell’agosto nel 1897 in redazione ci si chiedeva se l’automobilismo fosse o no uno sport finendo per sposare le gare a motore per la passione del suo direttore Costamagna e nel 1903 definirà «trionfale» la stagione delle moto e poi, anno 1907, seguirà con ampi spazi Scipione Borghese e il raid Pechino-Parigi. Il calcio, in quei primi anni, ha trovato scarso spazio sul giornale.

Carlo Santi

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