1993/Deborah Compagnoni torna al successo dopo l’infortunio alle Olimpiadi

Una storia al giorno
//

Il ritorno alla vittoria della campionessa, la conferma del suo carattere e della sua determinazione. Deborah Compagnoni il 7 marzo del 1993 a Morzine, tappa di Coppa del Mondo in Francia, si è impossessata del supergigante e lo ha fatto dopo il grave infortunio patito il giorno dopo avere vinto l’oro olimpico nel supergigante ad Albertville l’anno prima. Allora, Deborah si era rotta il crociato anteriore sinistro, un infortunio drammatico che avrebbe potuto mettere in dubbio la carriera, e questo infortunio le è capitato durante lo slalom gigante.

A Morzine, invece, l’azzurra ha dato prova di solidità. Il suo tempo, 1’12”66, ha resistito a tutti gli attacchi a cominciare da quello della tedesca Katja Seizinger, alla fine seconda a 14 centesimi e scatenata, quel giorno, nella caccia dl primato dell’austriaca Anita Wachter nella classifica generale della Coppa. E lei, Deborah, campionessa cristallina, a fine gara ha affermato che si attendeva di tornare a vincere. «Ma era sicura di riuscirci l’anno prossimo - ha spiegato - Qui ha ritrovato i miei “appoggi” e adesso punto ai Giochi olimpici dell’anno prossimo a Lillehammer». Nel 1994 è stata lei l’alfiere nella cerimonia di apertura dei Giochi durante i quali ha vinto il gigante mentre nell’edizione di Torino 2006, ormai ritiratasi dallo sport, è stata tra gli ultimi tedofori: ha ricevuto la fiamma olimpica da Piero Gross e l’ha passata a Stefania Belmondo, ultimo tedoforo.

Originaria di Santa Caterina di Valfurva, Deborah Compagnoni - che è nata il 4 giugno 1970 - vanta una collezione eccezionale di medaglie: quattro alle Olimpiadi (tre d’oro e una d’argento) e tre ai Mondiali ma anche sedici vittorie in Coppa del Mondo conquistando anche una Coppa del Mondo di slalom gigante. È stata lei la prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre diverse edizioni dei Giochi olimpici invernali nello sci alpino. Tutto questo nonostante diversi gravi infortuni patiti in carriera, il primo dei quali nel 1988 con la rottura del ginocchio destro seguito da un grave blocco intestinale che ne ha messo a rischio la vita.

Deborah è un’icona dello sport, non solo quello italiano. Il primo podio in Coppa del Mondo lo ha conquistato nel 1991, l’8 dicembre, e proprio sulle nevi di casa, a Santa Caterina Valfurva, seconda nello slalom gigante. Tre ori olimpici, il primo ad Albertville nel 1992 nel supergigante, il secondo nel 1994 a Lillehammer nello slalom gigante e poi il terzo, di nuovo nello slalom gigante, a Nagano 1998 dove ha conquistato anche la medaglia d’argento nella slalom speciale. Sempre nel 1998 la Compagnoni è salita per l’ultima volta sul podio di Coppa del Mondo, a Val-d’Isère, seconda nello slalom gigante mentre l’anno successivo ha preso parte al suo ultimo Mondiale ritirandosi al termine di quella stagione.

Il suo impegno non si è fermato al mondo dello sport. Difatti, nell’ottobre del 2002 Deborah Compagnoni ha fondato l’associazione «Sciare per la vita» che dedica le sue attenzioni alla lotta contro la leucemia.

Carlo Santi

Le storie di marzo

1 marzo: 1980/Sara Simeoni conquista l’oro agli Europei indoor e apre una stagione fantastica

2 marzo: 1962/I 100 punti di Wilt Chamberlain, il gigante che ha dominato la Nba

3 marzo: 1967/Sci, Giustina Demetz coglie il primo successo azzurro in Coppa del Mondo

4 marzo: 1968/Nino Benvenuti batte Griffith: è campione del mondo dei pesi medi

5 marzo: 1944/Rudolf Harbig, il re del mezzofondo mandato a morire da Hitler

6 marzo: 1902/Nasce il Real Madrid, il club del calcio più prestigioso al mondo

Dall’archivio, consulta tutte le storie di Gennaio e di Febbraio