2010/Il giorno di Giuliano Razzoli: a Vancouver vince l’oro olimpico nello slalom speciale

Una storia al giorno
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Un successo quasi inatteso per un atleta che fino a quel momento aveva vinto solo una gara nel gennaio precedente, quello del 2009 a Zagabria in occasione della Coppa del Mondo il giorno della Befana. Giuliano Razzoli il 27 febbraio del 2010 ha conquistato la medaglia d’oro nello slalom speciale di sci alle Olimpiadi invernali di Vancouver dietro al croato Ivica Kostelic staccato di 16 centesimi, e lo svedese André Myhrer, terzo a 44 centesimi. Il venticinquenne emiliano di Castelnovo ne’ Monti (è nato il 18 dicembre 1984) quel giorno ha compiuto il suo capolavoro: ha fatto registrare il miglior tempo nella prima manche e poi ha controllato la seconda da navigato campione.

Candidamente, Razzoli dopo il successo ha ammesso la sua sorpresa. «Non so come ho fatto - ha detto - ma l’ho fatta grossa. Spero che vi siate emozionati. Sono partito tranquillo, sapevo che oggi ero il più forte». Per lui questo successo è stato l’unico della spedizione azzurra a Vancouver che ha conquisto solo un argento e tre bronzi oltre a questo oro.

Ha vinto sulla Montagna Incantata, quella Whistler Mountain che gli ha permesso di aggiornare la storia della nostra neve nello sport. Razzoli ha esordito in Coppa Europa nel 2004-2005, a venti anni e il 18 dicembre del 2006 ha fatto il suo esordio in Coppa del Mondo nello slalom dell’Alta Badia.

A Vancouver, Razzoli che ha portato il tricolore nella cerimonia di chiusura dei Giochi, ha raccontato come ha fatto a tenere lontana la tensione tra una manche e l’altra. «Mi sono concentrato su pista e paletti - ha spiegato - solo questo. Se cominci a preoccuparti delle aspettative che ti avvolgono, non fai neppure due curve». Il suo allenatore, il francese Jacques Theolier, ha commentato, guardando i tempi senza seguirlo dal vivo perché troppo teso, che Razzo era calmo e concentrato. Dieci anni prima di questo trionfo, Giuliano aveva quasi smesso con lo sci a causa del mal di schiena. A convincerlo a insistere è stato il padre, Antonio.

È stato, il suo, l’oro del riscatto ma anche l’oro della liberazione. Giuliano come detto ha dominato la manche iniziale con poche sbavature, poi nella seconda non ha ceduto il primato neppure quando Myhrer si è prodigato in una fantastica rimonta e stava per scippargli il prezioso metallo dal collo. Dopo Alberto Tomba, doppio oro ai Giochi di Calgary 1988, ecco Razzoli: Canada chiama Canada in questa bella staffetta d’oro tra i due sciatori entrambi uomini dell’Appennino e non delle Alpi, emiliani entrambi, bolognese il primo, reggiano il secondo e nati a 103 chilometri di distanza, quelli che ci sono tra Castel de’ Britti e Castelnovo ne’ Monti. Sono amici e sono diversi, Alberto e Giuliano; si conoscono dai tempi in cui il neo campione olimpico sciava al trofeo Topolino. La prima volta che ha messo gli sci a quattro anni, con il papà costruttore metalmeccanico ma anche maestro di sci, il suo primo istruttore.

Carlo Santi

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