1988/Heike Drechsler salta 7,37 a Vienna: nessuna come lei sotto al tetto

Una storia al giorno
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Il 13 febbraio è un giorno da record per l’atletica, almeno quella al coperto. Il primato più importante, che non è ancora stato migliorato, lo ha realizzato nel 1988 a Vienna durante un meeting indoor la tedesca est Heike Drechsler: nel salto in lungo ha realizzato 7,37. Nello stesso giorno, nel 1993 la giamaicana Merlene Ottey ha corso i 200 metri sempre al coperto in 21”87 a Liévin, in Francia (record non ancora battuto), mentre nel 1999 la romena Gabriela Szabó a Dortmund, in Germania, ha corso i 5000 metri in 14’47”35, primato del mondo fino al gennaio 2004. E a Vienna, nel 1988 quando la Drechsler ha saltato 7,37, la sua connazionale Christine Wachtel ha centrato il mondiale degli 800 metri con 1’56”40 e il marciatore tedesco anche lui dell’est Ronald Weigel quello dei 5000 metri con 18’11”41.

Torniamo a Heike Drechsler. La «figlia del vento» straordinaria campionessa nata a Gera, allora in Germania Est, il 16 dicembre 1964 - il suo cognome da nubile è Daute - nella sua carriera non solo ha saltato oltre 400 volte più di 7 metri (409 per l’esattezza: nessuna come lei) ma ha anche eguagliato in due occasioni il primato del mondo dei 200 metri con 21”71 nel 1986, prima a Jena in giugno, il 29, e poi a Stoccarda nella finale dei campionati Europei in agosto, sempre il 29. Il record apparteneva a un’altra valchria, Marita Koch che anche lei aveva corso in 21”71 due volte, prima nel 1979 e poi nel 1984. Nel lungo, invece, all’aperto Heike ha migliorato tre volte il primato del mondo tra il 1985 e il 1987 con 7,44 e 7,45 (due volte), record prima eguagliato da Jackie Joyner e poi migliorato con 7,52 da Galina Chistyakova.

A Vienna, in quel febbraio del 1988, Heike doveva riprendere confidenza non solo con se stessa ma dimenticare la delusione del Mondiale romano dell’anno precedente dove era finita seconda nei 100 metri e terza nel salto in lungo. È riuscita nell’impresa e la sua carriera è tornata a splendere. Due medaglie d’oro olimpiche nel lungo, a Barcellona 1992 e a Sydney 2000, mentre ai campionai Mondiali ha conquistato due ori, due argenti e due bronzi tra il 1983 e il 1993 oltre a cinque titoli europei in una carriera interminabile e intensa chiusa nel 2004 a Berlino. E proprio in quello stadio, l’Olympiastadion, l’impianto che ha ospitato le Olimpiadi del 1936, Heike Drechler è ritornata nel 2018, ai campionati Europei, quelli di casa sua: non più da atleta bensì da giudice e volontaria. Era addetta alla “sua” pedana dei salti orizzontali, lungo e triplo.

Sfortunata al Sestriere, a oltre 2000 metri di quota quando - il 21 luglio del 1992 - ha saltato 7,63, il balzo più lungo di sempre di una donna, ma il vento era irregolare, 2,1 metri al secondo (il limite è 2 metri) ma quel 2,1 è frutto dell’arrotondamento. Difatti, l’anemometro aveva registrato un vento di 2,01, ossia un centimetro oltre il lecito, ma la regola vuole che si arrotondi al decimo superiore.

Carlo Santi

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